Palermo, tra errori e torti: a Bari va in scena l’ennesima occasione sprecata

Pubblicato il 12 aprile 2025 alle ore 13:54

Bari-Palermo non è stata una bella partita, e non solo perché i rosa hanno perso. Le assenze di Segre e Ceccaroni, con il relativo cambio di pedine in difesa e a centrocampo, hanno subito indebolito quello che era parso il miglior assetto possibile della squadra. Blin, retrocesso nei tre di difesa, non convince; Ranocchia, anche lui in una posizione poco congeniale in mediana, pare intenzionato a concludere una stagione per lo più balorda. Verre, sempre accreditato come uno degli elementi più qualitativi, questa qualità — unita a uno scarso dinamismo — la mostra assai poco. In sostanza, con loro due si perde filtro e solidità.

Brunori gioca in una posizione troppo anomala e defilata, più vicina al centrocampo che all’attacco, dove non è mai spalla né crea spazi per Pohjanpalo, e di certo non può essere pericoloso. Morale? Ne viene fuori una partita che il Bari — che in casa non vinceva dal 2 febbraio — alla fine vince, quasi con merito, per il semplice fatto di metterci più cuore.

Diciamo “quasi” perché, al netto di tutte le carenze del Palermo e di un secondo tempo dichiaratamente rinunciatario e orientato al conseguimento del punticino, si è subito un torto grande quanto la Puglia, che probabilmente avrebbe potuto avere un enorme impatto sull’economia della gara e sul risultato finale. Dicevamo che il Palermo non è piaciuto affatto, ma il gol annullato al 38’ del primo tempo al solito Pohjanpalo (sarebbe stata doppietta) è incomprensibile in modo davvero sconcertante. Era regolare oltre ogni ragionevole dubbio, ed è osceno come il VAR, guidato da Pairetto e intervenuto nella valutazione, abbia assecondato l’arbitro Bonacina (ancora pessimo quando dirige i rosa) nel togliere una rete che avrebbe dato il vantaggio al Palermo e probabilmente disegnato tutta un’altra traiettoria di partita.

I "se" e i "ma" non costituiscono certezza di come sarebbe andata, ma è palese che, se il Palermo fosse rientrato in campo nella ripresa sul risultato di 2-1 a proprio favore, le dinamiche sarebbero cambiate.

Chiusa questa necessaria digressione, che ha certamente inciso su tutta la partita, tornando al tema dei difetti rosanero: ancora una volta i rosa prendono gol negli ultimi 5 minuti di gioco. Un’odiosa e puntuale recidiva che non dipende dagli errori del VAR e che ha fatto perdere, in stagione, al Palermo un’infinità di punti importanti.
Le sfide contro Bari, Cremonese, Spezia, Cittadella, in questo senso, rappresentano soltanto alcuni esempi — ma non gli unici — di questa “patologia”. A questo va aggiunto quanto, ormai, questi disastri arrivino sempre dopo che il Palermo ha operato i suoi cambi. Cambi che spesso mostrano l’imperizia di Dionisi, ma che svelano anche la carenza di risorse all’altezza in rosa. Se poi il tecnico rosanero si intestardisce nell’inserire costantemente elementi come Vasic, mai utile alla causa in nessuna fase di gioco, è chiaro che le fragilità — figlie di un mercato che non ha risolto criticità presenti anche lo scorso anno — vengono fuori. E, a questo proposito, in tutta onestà, si devono persino concedere delle attenuanti a Dionisi. Dionisi che può essere criticato (se sua la scelta) per la posizione defilata e lontana dalla porta di Brunori, o per l’insistenza nel proporre l’eterno acerbo Vasic, ma non per un’oggettiva mancanza di cambi affidabili quando infortuni e stanchezza obbligano a certe sostituzioni.

Quel che resta del Friday Night è un Palermo che continua a non saper vincere tre partite di fila, un Bari volenteroso ma assolutamente modesto che si porta a un punto dai rosa, ed in generale l’idea che, con questi difetti mai risolti in stagione, agli eventuali play-off, per arrivare alla finale, non servirà un miracolo, ma una serie prodigiosa di miracoli calcistici per pensare di festeggiare qualcosa di oggettivamente molto difficile da centrare.

A chiosa del tutto vi lasciamo con una domanda: senza i gol del bomber finlandese, dove sarebbe il Palermo in classifica oggi?

Marco Iona

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